Addio Alitalia: oggi – 14 ottobre 2021 – la compagnia aerea farà il suo ultimo volo.
Partirà dall’aeroporto Cagliari Elmas alle 22.05 di oggi l’AZ1586, diretto a Roma Fiumicino, una data che resterà negli annali.
A trasportare gli ultimi passeggeri con un biglietto Alitalia sarà un Airbus 320 intitolato a Primo Levi – proveniente da AirOne – che volerà pieno con tutti i suoi 180 sedili occupati.
Alla guida ci sarà il comandante Andrea Gioia, 55 anni e 15mila ore di volo, formatosi alla scuola di volo di Alitalia.
Dopo 74 anni, oggi, con 560 chilometri e poco più di un’ora di viaggio, Alitalia spegnerà definitivamente i motori, lasciando in cassa integrazione il 70% degli oltre 10mila dipendenti.
Alitalia lascerà dunque il posto a Ita (Italia trasporto aereo), che decollerà domani venerdì 15 ottobre.
Quest’ultima, infatti, ha offerto 90 milioni di euro ai commissari della vecchia Alitalia per comprare il marchio della compagnia aerea e i domini del sito Internet. Una trattativa lampo, quella della cessione del brand, dopo che la gara è andata deserta. Ma anche se manca ancora il timbro finale, l’accordo è stato già raggiunto lunedì e sarà ratificato oggi.
Il decollo avverrà ufficialmente all’alba, con un primo volo da Milano Linate e un secondo, poco dopo, da Roma. Il primo, il Linate-Bari delle 6.20, mentre a Fiumicino il primo imbarco sarà sull’aereo diretto a Linate delle 6.30.
Sui velivoli resterà comunque il logo tricolore Alitalia e anche le divise del personale resteranno le stesse, così come resterà lo storico codice Az.
Ita decolla con una sola rotta di lungo raggio, Roma-New York JFK, dal 4 novembre.
Addio Alitalia, la storia
Fondata nel 1946 come Aerolinee Italiane Internazionali, la compagnia inizia le operazioni il 5 maggio 1947con il primo volo nazionale Torino-Roma-Catania con un aereo Fiat G-12 E.
Il primo volo internazionale da Roma a Oslo con un aereo Savoia Marchetti SM95 e poco più di 30 passeggeri a bordo, avvenuto un paio di mesi dopo.
Tre anni dopo entrano poi in servizio le hostess Alitalia, icone dello stile e dell’eleganza Made in Italy, con le divise disegnate dalle Sorelle Fontana.
Nel 1960 Alitalia diventa lo sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici di Roma.
L’anno successivo viene aperto l’aereo porto di Fiumicino, hub principale di Alitalia.
Negli anni ’70 e ’80 vengono aperte nuove rotte verso le Americhe e l’estremo Oriente.
Poi un brusco cambiamento a metà degli anni ’90: anni difficili segnati da continue operazioni di salvataggio attraverso contributi statali per coprire i bilanci in rosso, fino ad arrivare al 2 maggio del 2017, quando l’assemblea dei soci della compagnia aerea approva l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’azienda.
Il Governo quindi, per tenere in volo Alitalia, eroga due prestiti ponte: da 900 e 400 milioni di euro, che finiranno poi sotto la lente dell’Antitrust Ue.
Fino ad arrivare ai giorni nostri: col decreto-legge Cura Italia del 2020, viene autorizzata la costituzione della nuova compagnia interamente partecipata dallo Stato – Italia Trasporto Aereo.
Quest’ultima decollerà domani con una flotta ridotta di 52 aerei – in attesa di acquisire da Airbus nuovi velivoli di nuova generazione a partire dal 2022 – 45 destinazioni e soli 2.800 dipendenti.
Una società di bandiera decisamente ridimensionata.
Una sconfitta per l’Italia
Nell’ultimo giorno di volo della compagnia, c’è tanta rabbia e amarezza tra i lavoratori: “É una sconfitta per l’Italia, si chiude una pagina di orgoglio per il nostro Paese e per il mondo con quel nostro logo che ci ha rappresentato come italiani” – dicono due lavoratori da oltre 20 anni in servizio.
C’è anche tanta commozione, come quella di un’assistente di volo nata col sogno di fare la hostess, che dopo oltre 25 anni saluta così la sua compagnia: “Ciao Mamma Alitalia”.
Addio Alitalia, una storia fatta di successi e di declino, tra denaro pubblico e scelte sbagliate, che nemmeno la gestione dei privati è riuscita a risollevare.
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