Jeff Bezos lascia ad Andy Jassy il ruolo di Ceo di Amazon a partire dal 5 luglio 2021, si chiude un'era dopo 27 anni. Bezos registrò Amazon come società per azioni esattamente nel 1990, e da allora - la libreria internet che ha fondato in un garage - è diventata un emporio globale, online e nei negozi fisici. Grazie poi a Jassy, si è riusciti nel tempo a costruire Amazon Web Services: un'attività molto redditizia che gestisce centri dati dedicati ad una vasta gamma di necessità delle imprese. Amazon è oggi una delle società di maggior valore al mondo, vale infatti 3.500 dollari per azione, con una capitalizzazione di mercato di 1.700 miliardi di dollari. Anche grazie alla pandemia, l’utile della società lo scorso anno è quasi raddoppiato a 21,3 miliardi, in quanto molte persone hanno cominciato a fare shopping online. I ricavi sono aumentati del 38% a 386,1 miliardi. La società copre il 41% dell’ecommerce mondiale. Tramite il servizio Prime - che conta più di 200 milioni di utenti - distribuisce contenuti in streaming, che siano serie tv o musica; ha sviluppato l’assistente vocale Alexa, il più diffuso nelle case; ha acquisito la catena di supermercati Whole Foods, ed ora sta studiando come distribuire la spesa sia online sia nei suoi nuovi negozi fisici privi di casse o cassieri. Offre poi lavoro ad oltre un milione di persone ed è membro stabile del cosiddetto circolo delle Big Five, ovvero le società americane di tecnologia più potenti e influenti al mondo (le altre sono Google, Apple, Microsoft e Facebook). Con la crescita è però arrivata anche l’attenzione dei regolatori. Amazon difatti ora affronta preoccupazioni antitrust che potrebbero costarle grosse multe, già da tempo nel mirino delle autorità globali per questioni di fiscalità e raccolta dei dati. Andy Jassy gode di grande fiducia Queste le parole di Bezos riguardo la sua scelta: “Gode della mia fiducia, è ben noto in azienda e diventerà un leader eccezionale, lo garantisco, non lascerà che l’Universo ci renda normali”. Dunque, così come preannunciato nelle scorse settimane, l’uomo più ricco del mondo ha deciso di fare un passo indietro - rimanendo comunque presidente esecutivo - lasciando il posto al suo fidato collaboratore. "Questo viaggio è iniziato circa 27 anni fa, per quanto balli ancora il tip tap in ufficio, sono entusiasta di questa transizione” - ha poi scritto in una lettera ai dipendenti Jeff Bezos. Il 57enne fondatore di Amazon, che è riuscito a costruire un vero e proprio impero partendo dal nulla, ha preso questa decisione con grande stima e fiducia nei confronti del suo successore, intanto si dedicherà alle altre sue passioni. Bezos infatti sarà impegnato nel primo volo commerciale del suo razzo New Shepard - previsto per il 20 luglio - con la Blue Origin. L’altra grande sua passione è l’editoria: nel 2013 ha comprato il Washington Post e - in un futuro prossimo - pensa anche di concentrarsi sul suo ruolo da editore di uno dei giornali più importanti d’America. Un altro suo interesse risulta essere la filantropia, immancabile per ogni ex Ceo di colossi tecnologici. Per di più, nel 2020 ha già donato 10 miliardi di dollari qualificandosi come miliardario più generoso al mondo, dove la sua sensibilità e preoccupazione vertono soprattutto verso i problemi ambientali, con Bezos Earth Fund. In riferimento al nuovo Ceo di Amazon, ha inoltre affermato: “Andy è ben conosciuto nella società, sarà un leader fantastico e ha la mia piena fiducia. Nel mio ruolo di presidente esecutivo intendo concentrare le mie energie e la mia attenzione su nuovi prodotti e iniziative”. Andy Jassy - 53 anni - è entrato in Amazon nel 1997 per diventare negli anni non solo la mente di Amazon Web Services, redditizia divisione di cloud computing, ma è stato poi anche in grado di aumentare nel suo settore il fatturato del 30% nell’ultimo anno, portandolo a 45.370 milioni di dollari. Con 13.531 milioni ha contributo per più della metà dell’utile netto dell’azienda. Nel 2020 il sito di Amazon ha fatturato - solo nel Nord America - 236.282 milioni di dollari, con un incremento del 38.4% rispetto all’anno precedente, grazie anche alla pandemia e al successivo lockdown. Nel resto del mondo, invece, Amazon ha avuto entrate per 104.412 milioni di milioni, crescendo del 39.7%. Wall Street ha accolto bene il cambio della guardia, con le azioni di Amazon con salite dell’1.78%, arrivando a 3.440,19 dollari ciascuna. Le nuove sfide di Amazon Bezos e Jassy sicuramente a breve dovranno rispondere per quanto riguarda la tassa sulle multinazonali che l’Ue, in sede Ocse, ha deciso di attivare. Imposizione che viaggerà di pari passo con la web tax e che avrà impatto sui conti della mega-piattaforma. Bruxelles intende infatti svelare dettagliatamente la sua proposta di tassazione soltanto dopo la riunione del G20 Finanze del 9 e 10 luglio a Venezia, per non interferire nei negoziati. Jassy dovrà quindi studiare le prime mosse per contenere il danno che potrebbe avere impatto anche sui corsi azionari di Amazon, che però vanta un fatturato-mondo di oltre 380 miliardi di dollari, e che - forte di un utile a quota 11 miliardi e grazie alle riforme dell’ex presidente Usa Donald Trump - non ha versato negli ultimi anni un centesimo di tasse. Questo grazie alla regola che vige negli States secondo cui i fondi investiti - ricerca e sviluppo o macchinari - sono al 100% deducibili. Un ulteriore risparmio fiscale è garantito dal sistema delle stock option ai dipendenti, cioè pacchetti di azioni al posto delle gratifiche monetarie. Anche in questo caso si tratta di fondi deducibili e il vantaggio è che più aumentano le azioni meno si paga di tasse. Foto di Sagar Soneji da Pexels