Promuovere il Green Deal europeo: una serie di misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei. Questo è quanto stabilito dalla Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen.
Il pacchetto è composto da 12 proposte legislative, con l’obiettivo finale di azzerare la CO2 entro il 2050, seguendo il principio «chi più inquina, più paga». Inoltre, verrà istituito un Fondo sociale per il clima per evitare l’impatto della transizione sulle famiglie a basso reddito.
Si tratta di proposte importanti e corpose, che servono per accelerare sulla rivoluzione verde e dire addio ai combustibili fossili.
“Non più solo impegni politici, ma obblighi giuridici” – afferma von der Leyen.
Green Deal europeo: cos’è?
Il Green Deal europeo prevede una serie di misure di diversa natura – fra cui soprattutto nuove leggi e investimenti – che saranno realizzate nei prossimi trent’anni. Al momento, la Commissione ha pianificato i primi due anni, che sono i più importanti per mettere a punto una struttura che sia capace di sostenere un progetto così ambizioso.
Lavoreranno sia la Commissione – l’organo esecutivo dell’Unione – sia il Parlamento e il Consiglio, che invece detengono il potere legislativo.
Il Green Deal sarà gestito da Frans Timmermans – in seguito ad una delega ufficiale da von der Leyen – vicepresidente della Commissione e uno dei politici più rispettati a Bruxelles.
Il Green Deal UE sarà finanziato con una quantità ingente di soldi, pubblici e privati. Nei primi dieci anni l’obiettivo sarà quello di mobilitare circa 1000 miliardi di euro per finanziarlo, più o meno 100 miliardi all’anno. Quella dei 1000 miliardi è una stima: la cifra reale sarà stabilita dal bilancio pluriennale dell’Unione Europea per il periodo compreso fra il 2021 e il 2027, in discussione in questi mesi.
Obiettivi
«L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti. Gli europei vogliono una vita più sana, posti di lavoro e una crescita che non danneggi la nostra natura», spiega la presidente della Commissione. «Quindi il principio alla base del Green Deal europeo è di sviluppare una nuova strategia di crescita che si muova verso un’economia decarbonizzata. Abbiamo già dimostrato di poter separare le emissioni dalla crescita economica: dal 1990 abbiamo ridotto le emissioni del 25% mentre l’economia è cresciuta di oltre il 60%. Ho parlato con l’industria e con le Ong e sono convinta che saremo in grado di fare questo salto in avanti, attraverso l’innovazione e gli investimenti».
Il maxi-piano sarà battezzato con il nome «FitFor55» e comprenderà gli strumenti con i quali saranno raggiunti gli obiettivi fissati dalla legge sul clima: azzerare le emissioni di CO2 nette entro il 2050 e ridurle del 55% entro il 2030.
Le proposte contenute nel piano battezzato FitFor55 dovranno poi passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio Ue, dove si prevedono già negoziati piuttosto accesi.
Il pacchetto sarà quindi composto da 12 proposte legislative e le principali saranno: l’Ue includerà il settore del trasporto su gomma e quello del riscaldamento degli edifici nel sistema Ets per lo scambio di quote di emissioni secondo il principio «chi più inquina, più paga», imporrà dazi sull’import di prodotti realizzati in Paesi con standard ambientali più bassi, e fisserà una data definitiva entro la quale le auto con motori diesel o benzina non potranno più essere immesse sul mercato. Idealmente il 2035, anche se alcuni governi premono per consentire qualche anno di vita in più almeno ai veicoli ibridi.
La proposta di Bruxelles sulle auto si prefigge quindi di abbattere del 55% le emissioni inquinanti delle auto dal 2030 e del 100% a partire dal 2035 rispetto ai livelli del 2021. Questo significa vietare la vendita di veicoli a benzina e diesel, dando l’addio definitivo ai motori a combustione interna.
“Stiamo aggiornando le nostre norme in materia di tassazione dell’energia, che risalgono a venti anni fa, per incoraggiare l’uso di carburanti più ecologici e frenare la concorrenza fiscale nel settore dell’energia che produce effetti dannosi”, ha riassunto il Commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Proponiamo inoltre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere che allineerà il prezzo del carbonio per le importazioni a quello applicabile all’interno dell’UE. Nel pieno rispetto degli impegni assunti nell’ambito dell’OMC, ciò garantirà che le nostre ambizioni in materia di clima non siano compromesse da imprese straniere soggette a obblighi ambientali meno rigorosi. Incoraggerà inoltre l’adozione di norme più ecologiche al di fuori dei nostri confini. Bisogna agire adesso: si tratta dell’ultima occasione” – ha concluso.
Intanto, i produttori di automobili «stanno già dando risposte impressionanti e questa è una mossa nella giusta direzione. Ma se non fissiamo una data entro la quale azzerare la produzione di auto a emissioni, non potremo raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Sta all’industria scegliere quale tipo di tecnologia utilizzare per raggiungere questo obiettivo, l’Europa fornisce la stabilità e la prevedibilità necessarie per fare gli investimenti». Ma serviranno «investimenti sostanziosi per allestire colonnine di ricarica e rifornimento, pubbliche e private. Il Next Generation Eu aiuterà in questo senso. Lungo le strade principali vogliamo avere punti di ricarica ogni 60 chilometri».
È un progetto davvero molto ambizioso, che interesserà direttamente decine di milioni di persone e a cui lavoreranno per anni tutte le principali istituzioni europee, per cercare di combattere definitivamente il cambiamento climatico.
Il futuro dell’Europa dipende dalla buona salute del pianeta.